Della vita e delle Opere di Don Pasquale Uva si è scritto e detto tanto, ma la forza dirompente delle immagini, degli scatti d’epoca liberi dai filtri della parola, del ricordo e del pensiero, hanno una forza evocativa che non ha eguali nel proiettarci in quei giorni, in quei luoghi, tra quella gente che è stata parte attiva di un miracolo senza tempo: l’incontro di don Pasquale Uva con la Divina Provvidenza.
Queste foto, trovate tra gli archivi delle Ancelle della Divina Provvidenza, mi hanno profondamente colpito per la loro maestosa capacità di trasmettere in terza dimensione l’amore di Don Uva per le persone fragili, per gli ultimi e – nel contempo – il suo riuscito disegno di dare loro una nuova vita, una nuova dignità. Don Uva ha tolto dalla strada i derelitti, gli ultimi, i derisi, gli scherniti, tutte persone afflitte da imbecillità, idiozia, cretinismo, ritardo mentale ma non si è limitato a dargli un riparo, un tetto, da mangiare o da coprirsi, ha trovato per loro un posto di diritto nel consesso umano, ha assegnato un ruolo nel mondo produttivo fornendo un’adeguata istruzione, insegnando un mestiere e aiutandoli a coltivare, secondo predisposizioni, anche degli hobby come il canto, la musica o il giardinaggio.
Bisceglie, Foggia, Potenza, Guidonia, giusto per citarne alcune, erano cittadelle indipendenti e autosufficienti, delle quali i malati erano i cittadini a pieno diritto. E questi ex derelitti, con la ritrovata autostima e la grande guida delle suore, allevavano animali, coltivavano i campi, realizzavano borse, cesti, scarpe, abiti, calze, sfornavano pane e pizze, lavoravano in tipografia, in lavanderia, in cucina, andavano a scuola, suonavano nella banda, realizzavano carri di carnevale.
Tutto questo patrimonio di amore e di capacità con il tempo e con gli eventi, soprattutto dopo la morte di Don Uva, non è stato più in grado di reggere il peso di una crescente domanda di salute che non poteva essere più retta sul lavoro degli stessi malati, sui volontari, sulle suore e sulle donazioni, ma richiedeva una forza lavoro numerosa, specializzata e, ovviamente onerosa.
La Divina Provvidenza, senza il suo interlocutore più infaticabile, sembrava essere andata in affanno. Ma dopo alcuni anni incerti e difficili, il caso, o forse quella stessa Divina Provvidenza di don Pasquale, ha fatto in modo che il destino delle opere di Don Uva si intrecciasse con il mio. Oggi spettano a me l’onere e l’onore di portare avanti questo difficile compito nella sfida del terzo millennio.
Tuttavia nel procedere verso il futuro, ho sentito il dovere morale di preservare il passato, il grande esempio di Don Pasquale, delle prime Ancelle e di tutti coloro che dopo di loro hanno dedicato la loro vita a questa causa, ed ho scelto di farlo con queste fotografie,
donando alla storia, un pezzo di storia nel nome di quella Divina Provvidenza che spero non ci abbandonerà mai.
Dalla
Presentazione di
Paolo Telesforo A.D. Universo Salute Opera Don Uva
Dettagli
Formato: cm 27x38
Pagine: 176
Illustrazioni: 62 a colori, 57 in bianco e nero
ISBN: 978-88-8431-805-3
Anno di pubblicazione: 2022