Se dovesse esistere – come per gli animali – un rapporto simbiotico tra l’uomo e il territorio che egli abita, senza dubbio nei confronti della mia terra d’origine avrei accumulato un tale debito affettivo che questo libro sarebbe divenuto principalmente una formale richiesta d’indulto, un condono sentimentale nel tentativo di riconciliarmi con il paesaggio che da sempre abito senza mai osservare. Distratto da improbabili velleità artistiche, da tempo iscritto alla lista dei candidati emigranti, mi è capitato di leggere, viaggiare e descrivere territori che mi hanno incuriosito, affascinato, talvolta addirittura suggestionato, ma che sistematicamente mi hanno ricusato come si fa con i turisti più chiassosi. Sinceramente stanco di tanta precarietà e consapevole di non poter più saldare il debito contratto con la mia terra (certe conoscenze vanno fatte in certe definite età), mi sono messo sulle tracce degli scritti ispirati dalla Capitanata agli autori d’ogni epoca e paese, nella speranza che questa ricerca avrebbe lenito il mio rimpianto e messo ordine nel confuso inventario dei viaggiatori dello “sperone d’Italia”.
Così ho rinvenuto poesie, lettere e appunti di viaggio redatti con imbarazzante commozione, autentici testamenti d’affetto lasciati dai più affermati scrittori del mondo. Dai romani che percorsero la Via Appia ai viaggiatori europei di metà millennio, dai Premio Nobel alle firme più autorevoli del giornalismo: un coro unanime d’incanto e sorpresa, d’ammirazione ed estasi che va oltre lo stupore e diviene memoria fluida, destinata a circolare nelle vene della passione.
Questo libro, perciò, è dedicato al paesaggio che da sempre abito senza mai osservare, alla terra cui sono legato dalle robuste radici del sangue, della nemesi, della scrittura.
d.g.
Dettagli
Formato: cm 16,5x23,5
Pagine: 368
ISBN: 88-8431-034-2
Anno di pubblicazione: 2000