Gente del Gargano

Uomini e mestieri nella fototeca Tancredi di Monte Sant’Angelo

EUR 24,00

interventi
Giovanni De Vita
Pietro Guerra

Parlando di Tancredi non si può evitare di far riferimento ad una delle sue più famose “creature”: la Fototeca Tancredi, testimonianza viva e concreta della multiforme attività di questo personaggio, pedagogo e studioso di etnologia e storia locale, uomo dalla “mente moderna” difficilmente collocabile nella società da lui stesso raccontata attraverso la ricca documentazione fotografica di cui è al tempo stesso autore e regista.

... L’obiettivo di Tancredi, racconta “la vita dei contadini” intenti nei loro lavori campestri; le loro terre, i loro prodotti, il loro vestiario, le loro suppellettili come gioielli di cui ci ha lasciato preziose testimonianze, senza le quali sarebbero andate perdute molte delle loro valenze simboliche...
... Tancredi, nelle sue foto, non si limita a rappresentare “spaccati di vita quotidiana”, ma ambienta le sue scene in piazze, strade, rioni, luoghi ben precisi, quasi a sceglierli come sfondo di scenografie ideali. Riconosciamo il campanile angioino, la chiesa di Santa Maria Maggiore, il castello, la scalinata del Santuario, l’antica chiesa di San Pietro in diverse fasi di degrado, San Giovanni in Tumba, Santa Maria di Pulsano.
... Ed è proprio partendo da queste considerazioni che nasce “Gente del Gargano” con la volontà di offrire una delle tante possibili letture del materiale fotografico disponibile, gli ingrandimenti consentiti dalle nuove tecniche informatiche ci restituiscono particolari inediti, una ricchezza di informazioni pronte per essere analizzate. L’intento è quello di costruire un itinerario capace di far meglio conoscere ed amare quella ricca stagione della fotografia italiana, tra Ottocento e Novecento, a cui Tancredi ha dato un contributo di altissimo livello. Il desiderio è quello di rendere omaggio alla dimensione artistica e intellettuale di Tancredi, riproponendola agli abitanti del Gargano, ma anche divulgandola ad un pubblico più vasto, nella consapevolezza che questi documenti possano ancora offrire strumenti di indagine e conoscenza dei luoghi e della società garganica del primo Novecento del secolo scorso.