La scultura di Pino Di Gennaro è creazione di forme e di spazi dove si rapprendono interrogativi, memorie, desideri, preghiere. I volumi, aperti o chiusi, delle sue opere sono rivelatori non soltanto del gesto liberatorio e creativo dell´artista ma anche di tutte le sue (e nostre) pulsioni esistenziali. È la vita che alimenta il suo segno plastico e la straordinaria invenzione di forme che, seppure apparentemente astratte, lontane cioè da una realtà ben definita, conducono tuttavia ben oltre le apparenze, andando alla sostanza, alla struttura intima delle cose. La soglia verso cui ci conduce l´artista è quella di una sinestesia tra diversi tipi di conoscenza. Coinvolgendo tutti i nostri sensi nella percezione delle sue opere, egli ci spinge a fare i conti nello stesso tempo con l´esprit de finesse e l´esprit de geometrie. Il dominio della ragione e quello dell´intuito, del sentimento, della fantasia creatrice, della natura insomma. Germinano in tal senso forme in cui il rapporto natura/cultura è esaltato al massimo grado. Che manipoli la cartapesta o la cera o trasformi il bronzo, o fondi a suo piacimento più materiali, li contamini, il gesto creativo di Di Gennaro non è mai fine a se stesso, né è diretto soltanto a stupire per la estrema bellezza e raffinatezza delle forme degli oggetti, nuove, che realizza, ma apre a più livelli la nostra conoscenza dei problemi dell´esistenza umana.
dalla
presentazione di Gaetano Cristino
Pino Di Gennaro nasce a Troja (FG) nel 1951. Studia a Milano al Liceo Artistico; si diploma in scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, scuola di Alik Cavaliere.
Attualmente è docente di prima fascia all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
L’intensa attività dedicata alla didattica e all’insegnamento della scultura si esplicita nella stesura del testo scolastico “I modi della scultura”, Editore Hoepli.
La scultura di Pino Di Gennaro abbraccia la modalità “per via di porre” anziché “per via di levare”. Le sue opere racchiudono il risultato sapiente della modellazione di materiali morbidi quali la creta, la plastilina, la cartapesta e, solo ultimamente, la cera.
Nell’esaltare l’espressività del singolo materiale, lo scultore abbina materiali poveri a materiali nobili: cartapesta e acciaio; cera e bronzo; cartapesta e piombo. Preferisce il bronzo per le opere all’aperto, usando la tecnica della fusione a cera persa, declinata nelle sue numerose possibilità espressive; esalta il colore del materiale se trattato con acidi e pigmenti; con la lucidatura a specchio ne esalta luminosità e preziosità.
La poetica artistica dello scultore è volta alla funzione sociale della scultura negli spazi urbani quale possibilità di concorrere a migliorare la qualità estetica dei luoghi, l’identità e la qualità di vita degli abitanti valorizzando il rapporto scultura-architettura, nel favorire momenti di interazione tra lo spazio l’opera d’arte e il suo fruitore. Questi concetti prendono forma nel Monumento alla Pace realizzato per il Comune di Troia in Piazza S. Secondino, le tre grandi sculture-fontana, in bronzo, sono intese come un’installazione per far rivivere tutto lo spazio della piazza.
Negli ultimi anni la sua attività si nutre di una nuova esperienza: l’arte come cura, sperimenta e utilizza la creta come medium per “curare“ i giovani adolescenti vittime del bullismo attività svolta nel laboratorio presso l’Ospedale Fatebenefratelli di Milano
Nel 2011 pubblica il Manuale di Scultura per le edizioni Hoepli.
Dettagli
Formato: cm 24x31
Pagine: 96
Illustrazioni: 58 a colori
ISBN: 978-88-8431-475-8
Anno di pubblicazione: 2012