Risulta sempre più difficile, in particolare nei nostri tempi, rapidi, immediati, frenetici, dove un concetto deve essere espresso al massimo in 140 caratteri, riuscire (o perlomeno provare) a comprendere, a trovare un filo che lega il passato a quello che vediamo adesso, e con esso la possibilità addirittura di ritrovare il bandolo della matassa. Anche questo sono in grado di donarci i patriarchi verdi, sussurrandoci ciò che c’era prima, ciò che è stato; tutto questo poi, può addirittura sconcertare se la loro presenza ricade in territori profondamente modificati dall’uomo, come accade per il territorio oggetto della presente trattazione. In realtà, ciò che davvero dovrebbe sconcertarci, è il continuare ad ignorare che la complessità, la diversità, che tanto ci spaventa, è uno dei cardini della vita sulla terra; di conseguenza, esasperare ulteriormente la semplificazione, dell’ambiente, finanche delle nostre vite sempre più programmate, è un qualcosa di innaturale, insensato, pericoloso, e se oramai non comprendiamo più tutto questo, è solo perché da tempo il nostro pensiero è costretto nelle logiche del profitto e dello sfruttamento.
Se gli alberi, sono tra gli organismi del mondo naturale, forse quelli più carichi di magia, per le innumerevoli, strabilianti funzioni che sono in grado si espletare, per il loro fascino, per riuscire ad esprimere al meglio tutta la magnificenza del mondo naturale, tale assunto trova la sua consacrazione negli alberi vetusti, nei patriarchi verdi. La necessità di assoluta tutela e di valorizzazione di queste meraviglie della natura appare ancor più impellente in distretti dalla forte vocazione colturale, quali per l’appunto la Conca di Bari, a causa del maggior disturbo qui presente.
Dettagli
Formato: cm 16,5x23,5
Pagine: 64
Illustrazioni: 76 a colori
ISBN: 978-88-8431-630-1
Anno di pubblicazione: 2016