Sant'Agata
Un castello della Capitanata nel Codice vaticano latino 5001 e nei suoi apografi
EUR 13,00


...“Comune di Gesualdo. 1277, Novembre 11. Sua Maestà Carlo D’Angiò ordina al giustiziere di Principato di avvisare gli uomini della baronia di Gesualdo (comprendente Gesualdo, Paternò, Frigento, S. Manco, Acquaputrida, Trevico, Vallata, Flumeri, Pulcarino, Zungoli, Bisaccia, Lacedonia, Rocchetta S. Antonio, Monteverde, Aquilonia, Morra, Castelbaronia, Savignano e Greci), che essi erano tenuti alla sola riparazione del Castello di S. Agata in Capitanata e non a contribuire alle nuove opere che quivi si innalzavano. L’obbligo per tale riparazione esisteva anche nel 1239 al tempo dell’imperatore Federico II; anche allora si avvertiva che l’obbligo preesisteva, avendo un’inchiesta assodato che Gesualdo e i paesi della sua baronia, sebbene posti in terra beneventana, erano obbligati a riparare quel castello sito in altra provincia”.

Perché un Castello della Capitanata è coinvolto proprio con la Terra Beneventana?
È mai possibile che l’inchiesta fatta eseguire da Federico II nel 1239 per il castrum Rocce Sancte Agathe de Capitanata rimanga inspiegata, enigmatica, di poco o di nessun conto ancora oggi?
Quali furono i motivi che indussero Federico II ad inquisire quelle diciannove località beneventane, già longobarde?...
Dettagli
Formato: cm 16,5x23,5
Pagine: 152
Illustrazioni: 58 in bianco e nero
ISBN: 88-8431-086-5
Anno di pubblicazione: 2003

Argomenti:  Paesi e territorio  Storia medievale  
Collana:  Terzo millennio