Giargianese. Poesia in altre lingue
109 versioni in dialetto apulo garganico
EUR 18,00


Giargianese, “lingua astrusa”. Ma quale? Il lombardo del “vigevanese” compratore di uva e mosto? l’inglese, il francese, lo spagnolo, il tedesco? l’umbro di Jacopone, l’italiano, i suoi dialetti dal Nord al Sud (salentino ggiaggianisi “settentrionale”; apulo ggiargianàise o ggiargianèise “incomprensibile, straniero”; milanese giargianese, sinonimo di terun, “meridionale”, propriamente “meridionale pugliese”), il dialetto in cui traduco?
Tra Goethe che vuole innanzitutto salvo il nocciolo del contenuto ed Ezra Pound che riscrive i trovatori di Provenza mirando ai suoni, la poesia resta intraducibile. Tanto più se si tratta di culture lontane. Se poi il travaso è da una lingua a un dialetto (quello garganico di Mattinata non è migliore degli altri), l’impresa è addirittura disperata.
Queste versioni (1982-2006), più che per cimento di rima, sono nate dall’ansia di “sentire” fino a che punto il dialetto, questa lingua monca - povera ed essenziale - possa in forza di metafora farsi portatrice di culture altre dal suo ristretto mondo contadino-pastorale, fino a che punto possa allargare i suoi orizzonti senza snaturarsi. Cionondimeno, potrebbero configurarsi come l’appropriazione da parte della Capitanata di frammenti della letteratura nazionale e internazionale. In ogni caso contribuiscono tanto a riconsiderare la dignità letteraria della parlata pugliese, quanto ad accostarci maggiormente alla poesia di ogni tempo e luogo.

Nel cd allegato 76 testi dialettali letti da Granatiero
con due relazioni presentate al Convegno internazionale di Trieste-Pécs
“Il dialetto come lingua della poesia” (Trieste 28-29 sett. 2006)
Dettagli
Formato: cm 16,5x23,5
Pagine: 80
ISBN: 978-88-8431-206-8
Anno di pubblicazione: 2006

Argomenti:  Dialetto e memoria