Dimore gentilizie e strutture pubbliche a Lucera
EUR 50,00


fotografie di Mario Carrozzino

Introduzione di Nunzio Tomaiuoli
con una nota storica di Massimiliano Monaco

Attratti dall’assegnazione del regio demanio (terraggio) i casati che si portavano a risiedere in Lucera, costruivano i loro splendidi palazzi in chiave autocelebrativa su progetti di affermati architetti, secondo i canoni e i gusti del tempo ... con notevole conforto e “con un linguaggio architettonico più dotto e meno provinciale” ... coi quali la “vecchia angusta sterrata Lucera” si trasformò “in una città fra le più nitide e sane della terra di Puglia”. Ma questo rinnovamento interessò anche il paesaggio rurale, che si umanizzò e si vivacizzò con la costruzione - soprattutto nel XIX sec. - di splendide residenze di campagna, vigne e ville, realizzate in stretta “assonanza tra forme delle strutture e attitudini alle funzioni da svolgere” ... ove per consuetudine le famiglie dei possidenti si portavano a villeggiare d’estate ... in luminose costruzioni, che vanno considerate come “radici di pietra”, “documenti, vividi ed eleganti, del vivere e del fare di quanti ci hanno preceduti”, memorie di una cultura patriarcale che non va dimenticata ... “perchè tutti conoscano le vicende di questa terra del sole, la conoscano per amarla, la amino per conservarla, la conservino per tramandarla”.
Si tratta di un itinerario tracciato nel tessuto urbano e nel panorama della “nobile città” della Capitanata, attraverso stupende “visioni di ‘architetture d’interni’” e “una rapsodia d’immagini” che ci mette “in comunione con l’oggetto ripreso, ce lo fa giudicare o contemplare, ci suscita stupore o ci apre a mondi immaginifici”, in “un caleidoscopio di immagini che rimandano a cose che paiono finalmente liberate dall’oblio o uscite di getto dall’alambicco del tempo”, attraverso una descrizione impreziosita da digressioni suggestive e poetiche: “Una rigogliosa magnolia, salendo dal basso, protende i suoi rami colmi di lucide foglie lungo gli archi, e quando a maggio si copre di fiori bianchi profumatissimi, riveste d’incanto questo nascosto angolo di pace” e ancora: “In certe ore del giorno, quando tutto sembra fermo nel tempo, e nell’androne domina il silenzio, che invade il cortile, in quella patetica immobilità che fa più triste il rimpianto delle cose perdute, può accadere di riudire qui, chiuso nel ricordo, lo scalpitio degli zoccoli e lo stridio di un carro, o le voci concitate, o i passi pesanti, scanditi all’alba e al tramonto, all’aprirsi e al chiudersi delle lunghe giornate di lavoro”.


Indice

Introduzione
9 Quel salotto ‘buono’ di Lucera
Nunzio Tomaiuoli

Prefazione
17 L’edilizia del ‘Terraggio’
Dionisio Morlacco

Via IV Novembre
33 Palazzo Ardito

Via d’Amelj
41 Palazzo Campana (Petrilli - Schiavone)

Via Alberico Marrone
53 Palazzo Caso
61 Piazza Duomo
63 Palazzo Nocelli

Via Bucci
71 Palazzo Belvedere (Schiavone)

Piazza Tribunali
75 Palazzo Darco (Susanna)

Via San Francesco
81 Palazzo Mascia

Via Frattarolo
87 Palazzo Tommasone
97 Palazzo Del Pesce
103 Palazzo Cavalli (Iarrapino)

Via Scassa
109 Palazzo Petrilli

Via Quaranta
117 Palazzo Mobilia (Bellucci)
123 Palazzo Quaranta

Via Amendola
129 Palazzo Vigilante (Nicoletti - Petrilli)
133 Palazzo della Percettoria (Pascale - Cavalli - Sacco - Miano)
141 Palazzo Corrado
145 Palazzo Schiavone

Piazza San Giacomo
151 Palazzo Curato

164 Dalle “Dimore gentilizie” alle strutture pubbliche
negli ex-conventi
Dionisio Morlacco

165 Le dimore religiose di Lucera tra soppressioni francesi (1809-11)
e piemontesi (1866-67)
Massimiliano Monaco

173 Convitto Nazionale

181 Convento di Santa Caterina

187 Convento di San Leonardo

193 Convento dei Carmelitani

199 Palazzo di Giustizia
Dettagli
Formato: cm 24x31
Pagine: 208
Illustrazioni: 578 a colori
Copertina: cartonato
ISBN: 978-88-8431-402-4
Anno di pubblicazione: 2010