Giovanni Tancredi
Giovanni Tancredi nasce a Monte Sant’Angelo nel 1872 da una famiglia di origine salentina. La sua formazione avviene a Napoli, centro di gravità della cultura pugliese; compie diversi viaggi a Roma ed in altre città d’Italia dove scopre le nuove metodologie didattiche che applicherà coraggiosamente. Istitutore ed insegnante, adotta nella scuola il metodo montessoriano e realizza un’esperienza insolita nel Gargano degli inizi del secolo. I contatti continui con Maria Montessori e con illustri educatori dell’epoca favoriscono questa scelta che sfocia nella fondazione della Casa dei bambini, scuola materna all’avanguardia, basata sull’attività pratica e sull’interesse verso l’ambiente in cui l’infanzia nasce e cresce. Come conseguenza di queste esperienze, si determina in lui un preciso interesse antropologico che lo induce a frequentare i più noti nomi nel campo, da Lamberto Loria a Paolo Toschi a Ferdinando Martini. Matura a poco a poco l’esigenza di testimoniare e documentare ogni aspetto della vita locale: nel 1925 fonda il Museo delle Arti e Tradizioni popolari del Gargano in cui raccoglie ed espone oggetti e modelli di attività artigianali e cicli agricoli; nel 1929 presenta alla Mostra fotografica di Foggia una eccezionale documentazione fotografica sulle più disparate attività dell’area garganica e di Monte Sant’Angelo in particolare che, ancora oggi, suscita un enorme interesse per il valore intrinseco e per la serietà e metodicità della ricerca; nel 1930 partecipa alla I Esposizione dopolavoristica nazionale di Arti e Mestieri di Bolzano che consacra il Museo tra i primi musei italiani. Nel 1940 pubblica Folclore garganico, la sua opera più importante e completa sulle tradizioni popolari. Nel ruolo di Ispettore onorario ai Monumenti e Antichità del Gargano, svolge ricerche e studi sui numerosi edifici storici della città e giunge a importanti scoperte nel campo archeologico che documenta con la pubblicazione di Montesantangelo monumentale e Apollo e l’Arcangelo San Michele. Giovanni Tancredi muore il 2 novembre 1948; a lui sono intitolati il I Circolo didattico e il Museo Etnografico.
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