Gino Marchitelli
Un posto di rilievo nella cultura letteraria contemporanea della Capitanata occupa Gino Marchitelli (Sant’Agata di Puglia 1810 - Roma 1996). Svolse per decenni la professione di architetto a Roma e si dedicò da giovane età alla pittura, alla poesia, alla commedia, alla ricerca linguistica dialettale. Nel 1933 la sua prima raccolta di novelle, 72 rate di amore, quindi il romanzo umoristico Senso rotatorio (1934) e tre raccolte di poesie dialettali: 795 sul mare (1937), e ije torne (1973), Piézze re ciéle (1987). Nel 1987 pubblicò il volume Teatro santagatese che raccoglie cinque commedie: La luce a uoglie, Lu struculature, Avèva esse, Mèglie chiange apprima, Lu bbene che te voglie, La cascia. Dopo anni di studi diede alle stampe il Vocabolario del dialetto santagatese (1983). Altre opere da lui scritte sono ancora inedite. Il Marchitelli è un poeta dialettale di grande sensibilità e perciò la sua è una poesia originale, bella, ispirata da genuini ed autentici affetti e valori, e da un amore costante per la sua terra natale. Una poesia di memoria ma anche di attualità, ricca di voci, colori e profumi quali sono quelli del Subappennino. In essa ambienti, circostanze, figure umane si caricano di grandi suggestioni che scavano nell’animo, suggeriscono struggenti commozioni e veicolano contenuti di larga risonanza umana. Il Vocabolario, come ebbe a sottolineare Gerhard Rohlfs, colmava “magnificamente una lamentevole lacuna nella Puglia settentrionale”, ed apriva la strada ad altre ricerche linguistiche dell’area subappenninica. Gino Marchitelli ha voluto scrivere in dialetto santagatese per “un umile atto di amore” verso la terra natale che lo ha visto ragazzo, che “ha lievitato” i suoi sogni, che è depositaria delle memorie sue più care, e nella speranza di ricordare a concittadini emigrati affetti e luoghi della loro fanciullezza. Fu direttore della rivista “Incontro” dell’Associazione Romana Santagatesi (ARS) che contribuì a costituire in Roma e che diede impulso a numerose attività culturali e sociali. Una rivista che polarizzò l’interesse di molti e raccolse le adesioni di un nutrito numero di professionisti, funzionari, artisti, scrittori, poeti. Animò in Sant’Agata una felice stagione culturale ed espresse con forza il suo dissenso per gli scempi edilizi che seguirono il terremoto del 1980, e per ogni forma di intervento che deturpasse l’ambiente e cancellasse testimonianze del passato. Lascia in Roma ed in altre località, come a Sant’Agata, molte importanti testimonianze della sua professionalità e delle sue competenze artistico-architettoniche. In segno di vivo e grato ricordo, di stima e grande considerazione nel suo paese natale gli è stata dedicata la “Piazzetta della lettura”.
[2021]
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